THULE ITALIA

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Notizie che si evidenziano alle sensibilità più attente in mezzo al rumore di fondo dell’informazione, ed esperienze umane, familiari e professionali che si presentano nella vita quotidiana, stanno inducendo alcuni di noi a ritenere che la vita della nostra comunità di appartenenza (intesa nel senso più ampio), già da molto tempo stia scivolando lungo una china infausta.

Parte della colpa di aver intrapreso questo processo è addebitabile alla nostra prolungata ignavia, alla naturale tendenza umana all’acquiescenza e al conformismo, all’incapacità di ragionare in astrazione rispetto alla quotidianità e di vedere chiaro qualche volta anche nei massimi sistemi; o per converso, all’incapacità di operare analisi spicciole basate sul più semplice buon senso, al rigetto istintivo nei confronti delle prove di forza e di carattere, alla ripulsa verso tutte le situazioni di rottura del quieto vivere; e per finire, alla generale inclinazione nei confronti dell’autoassoluzione liberatoria come rito di ipocrita purificazione di massa, nel quale vengono immolati alcuni capri espiatori in pagamento dei peccati di tutti. Purtroppo ben poco rileva distinguere fra vizi connaturati nell’uomo, e responsabilità puntuali di ognuno di noi; il risultato pratico non cambia.

Altra parte della colpa ascende invece alla vanagloria distruttiva, all’avidità cieca e senza senso di chi taglia il ramo su cui siede per poterselo vendere, al feticismo fanatico nei confronti del denaro, al culto di un Potere inteso non come strumento del Bene ma come mero prolungamento della propria esistenza al di là dei limiti naturali, o addirittura fine a sé stesso come godimento del poter infliggere sofferenze agli altri. Anche qui, ben poco rileva distinguere fra le inclinazioni maligne dell’uomo, e lo specifico dolo di alcuni.

Si tratta di colpe apparentemente contrapposte, colpe omissive da una parte e colpe commissive dall’altra, ma che nel concreto si mischiano in un viluppo di ibridazioni e di complicità inconfessabili tra chi apparentemente è vittima e chi consapevolmente è carnefice; e che comunque, alla fine, lasceranno tutti ugualmente responsabili di fronte ad un disastro che non farà distinzioni tra buoni e cattivi.

La sanzione dell’ineluttabilità di questo disastro annunciato - disastro che si configura come morale, spirituale, ambientale, umano, economico - e la misura della sua portata, risaltano anche dal fatto che una consapevolezza sta comunque lentamente maturando nella società, nonostante i pervicaci tentativi del sistema in cui viviamo di nascondere queste prospettive infauste dietro una cortina fumogena per proteggere la nostra falsa tranquillità quotidiana, al fine di farci di proseguire senza distrazioni la nostra vita di schiavi della diade vivere per produrre – consumare per produrre.

Purtroppo questa pur minima consapevolezza si scontra con l’ostinato voler credere della massa in un illimitato potere salvifico del determinismo tecnologico e del cieco ottimismo illuminista, che sono i primi colpevoli diretti del disastro, avendo fornito copertura ideologica a quanto invece doveva risultare in modo lampante come una deviazione dal retto vivere; i nostri simili, anche quando arrivano ad ammettere la portata del disastro annunciato, insistono a voler comunque spostare il momento della resa dei conti oltre la linea di un immaginario orizzonte degli eventi, operando così un crimine non solo nei confronti della società contemporanea, ma anche delle generazioni future, le quali si vedranno espropriato il loro mondo e già bruciate le risorse a loro destinate.

Ciò premesso, osserviamo che tra di noi ci sono persone per le quali è finalmente suonata la sveglia, e che vogliono tentare sia di sottrarsi a questo destino, sia di sottrarvi più persone possibili - alla luce della nostra natura di esseri sociali; uomini che accettano di buon grado l’ingrato premio di essere inascoltati consapevoli in mezzo agli ignavi e di soffrire in pochi per il futuro di tutti. Ma che, nondimeno, non si lasciano schiacciare dallo sconforto, e che intendono reagire con tutto l’entusiamo di una ritrovata vitalità e la voglia di essere finalmente protagonisti. Ponendosi, da subito, con realismo le domande fondamentali: chi siamo realmente, a cosa dobbiamo tendere per realizzare la nostra vera natura elevandoci da questo mondo di miserie, e che cosa dobbiamo fare concretamente per mutare il corso degli eventi.

Noi rispondiamo: di fronte a questi quesiti, è giocoforza guardare al nostro passato per trovare delle risposte; dobbiamo avere il coraggio di volgerci indietro, e l’onestà intellettuale di riconoscere che la Storia non è un cammino lineare dal peggio al meglio, per cui ciò che è nuovo è sempre migliore di ciò che è stato in precedenza. Dobbiamo farci carico dei dubbi e delle lacerazioni che comporta riabilitare e recuperare ciò che è stato troppo frettolosamente condannato o dimenticato, abbandonando le facili sponde di una storiografia conformista ed omologata. Dobbiamo fare del passato un trampolino per il futuro.

Noi crediamo di dover individuare le risorse necessarie per la resistenza ed il riscatto nella Tradizione italica dei nostri Avi; nello spirito dell’anima germanica; negli insegnamenti della Tradizione indo-europea; nell’elevazione data da Fede, opere, conoscenza, e fondata su valori di volontà, abnegazione e sacrificio.
Crediamo nella possibilità di restare in piedi in un mondo di rovine.
Crediamo nella possibilità di spezzare i ceppi imposti all’umanità dal 1789
Crediamo nel trionfo della volontà sulla dittatura del relativismo che elegge a misura di tutte le cose il proprio io e le proprie voglie.


Pertanto, abbiamo deciso di unirci in una comunità di aspiranti all’elevazione, la Società Thule, alla quale aderiamo da pari chiamandoci fratelli, escludendo ogni velleità di profitto o ambizione personale, e in cui noi metteremo in piedi tutte quelle iniziative che riterremo utili per mantenere in vita e dare voce ai nostri valori:

-la generazione di espressioni culturali ed artistiche nel senso più ampio;
-lo studio delle scienze ambientali, economiche e sociali finalizzato alla critica della società contemporanea e alla definizione di modelli di vita rispettosi dell’Uomo e della biosfera;
-la conservazione del nostro Sapere e della cultura della Tradizione, e la sua divulgazione ai profani, attraverso tutte quelle attività editoriali e modalità che si renderanno opportune;
-la riappropriazione del nostro passato, attraverso l’accertamento e la riabilitazione della verità storica;
-la realizzazione di strutture di solidarietà;
-la rivendicazione e l’attuazione di uno stile di vita rispettoso dei nostri valori;
-la manifestazione della nostra spiritualità, ognuno secondo la sua Fede, con attività in comune, riti e pellegrinaggi;
-la denuncia dei falsi profeti, dei profeti di Satana e delle cospirazioni contro l’Uomo.

Preghiamo, di avere sempre la volontà necessaria per arrivare in fondo al compito cui ci accingiamo, superando le prove che ci attendono.


Roma, 8 maggio 2005