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October

di Hirpus

 

Ottavo mese dell’Anno Sacrale, OCTOBER è dedicato a MARS, divinità italica guerriera per eccellenza.

Si potrebbe dire che in relazione all’Anno Sacro, Mars svolge la medesima funzione di Ianus per l’”Anno-Mondo”: “Patulcius” (“che apre”) in Martius, “Clusius” (“che chiude”) in October. Come in Marzo il Dio apre il ciclo del Sole ormai giunto a pieno vigore dopo il periodo di ‘schiusura del seme’ in Ianuarius e di ‘incubazione’ in Februarius, mese della Purificazione pubblica e privata; così in Ottobre il Dio chiude il ciclo, e il Sole lentamente entra nella fase di ‘interramento’, di occultamento tra le pieghe di Tellus.

Rapido si avvicina il Solstizio d’Inverno, in cui il Sole tocca il punto più basso sull’eclittica ‘baciando’ la Terra e facendovisi avvolgere, in essa scomparendo per poi tornare, rinnovato ed Invitto nel suo splendore latore di vita e di forza. L’Heroe comincia il suo viaggio nelle viscere del non-manifesto.

Il Romano, vir naturaliter bellicosus, realizza simbolicamente questa fase del ciclo con la cessazione dell’attività bellica (l’Agire per eccellenza) ed il passaggio alle attività dei campi, di cui lo stesso Marte è difensore armato: non a caso, il Dio in questo mese è tradizionalmente raffigurato con l’hasta nella mano, ma nudo, privo della corazza che invece indossa in Martius. Ciò sembra anche richiamare il monito esiodeo: “semina nudo, nudo ara e nudo mieti”, laddove la nudità richiama la condizione di purità interiore necessaria nell’accingersi ad attività particolarmente pregne di sacralità.

Il miles si fa quiris, e s’immerge nel Silenzio che gradualmente prende piede nel mondo; quel Silenzio che in maniera così perfetta si sposa col lavoro dei campi, ARVA, ove latet Saturno, e che troverà poi la propria esaltazione nei Diualia dedicati ad Angerona, non a caso onorata nel saturnio mese di December.

A contatto con la zolla il Quirite inizia il viaggio all’interno di se stesso, il Bellum solo apparentemente venendo a cessare: in realtà trattasi di una traslazione, per moto centripeto, dalla dimensione esteriore del Bellum a quella interiore. L’Aratura è simbolica dell’interramento del Seme, che matura morendo. E’ l’inizio del SOLVE che conduce alla Nigredo alchemica.

Pur essendo Februarius, come già accennato, il mese per eccellenza dedicato ai purgamina ed ai piamina, tuttavia notiamo come anche October presenti, a ragione, una facies per così dire “purgativa”. Il mese si apre con la propiziazione di FIDES PVBLICA alle Kalendae, naturalmente poste sotto il dominio di IVNO, che qui assume l’aspetto di SORORIA ed è affiancata da IANVS CVRIATIVS, mitologica sigizia onorata nell’anniversario dell’evento del Tigillum Sororium, tragico epilogo del duello tra Horatii e Curiatii. Le solennità in onore della Dea, istituite da Rex Numa, assumono un particolare rilievo, FIDES PVBLICA essendo “il fondamento del mvndvs e della societas” (Kal.Victrix MMDCCLVI a.V.c.).

Il IEIVNIVM CERERIS del 4 (IV NONAS) vede l’astensione totale dal cibo onde propiziare Ceres, destinata ad accogliere il Seme nel suo ventre; il giorno successivo è dies religiosus, poiché MVNDVS PATET: la Fossa del Mundus è spalancata, onde consentire una seconda volta alle animae dell’alter mundus di tornare sulla Terra.

Sono i primi accenni del passaggio al non-manifestato.

Il 9 (VII IDVS) si propizia il GENIVS PVBLICVS POPVLI ROMANI (non a caso il 12, IV IDVS, vede propiziato il Genius Augusti nell’ambito delle AVGVSTALIA, mentre il 18 –XV Kalendas- si ricorda l’assunzione della toga virile da parte del Caesar Diui Filius), unitamente ad Apollo Palatino e Venus Victrix Fausta Felicitas; il giorno successivo è sacro a IVNO MONETA, mentre i MEDITRINALIA dell’11 (FERIAE IOVI) propiziano “la purgazione dei morbi” (Kal.Victrix, cit.) ed i FONTINALIA del 13 (III IDVS) sono istituiti in onore di Fons-Fontanius, “come potere di scaturigine” (Kal.Victrix, cit.), per questo motivo legato a Ianus nel segno del ritorno progressivo alle Origini, al Silenzio della scaturigine prima di ogni manifestazione, cui Principio Individuante è Iupiter (OMNIA IOVIS PLENA).

Le Idi (15) vedono la celebrazione del rito centrale del mese, e per certi versi uno dei riti più “oscuri” che il Kalendarium contempli, l’EQVVS OCTOBER. Il cavallo destro della coppia vincitrice della corsa sulle bighe in Campo Marzio, epifania di Mars (il cavallo è, come il picchio, animale sacro al Dio), è sacrificato in onore di Marte propiziato come salvatore; la testa del cavallo, unitamente alla sua coda, è poi portata di corsa alla Regia. Scrive Renato Del Ponte nel suo “La Religione dei Romani” (Rusconi, pag. 169):

“Quindi il significato della festa dell'October Equus, "prosecuzione di un rituale regio preromano, molto anteriore ai fatti storici, del tutto particolari, che hanno potuto accompagnare l'abolizione della monarchia romana", appare come quello di un rito propriziatorio volto a rafforzare i poteri mistici del re (poi dei magistrati della Repubblica), consegnandogli nella sua dimora i risultati della campagna militare vittoriosa, riassunti dalla testa e dalla coda, le parti più significative del Cavallo d'ottobre, vittorioso nella corsa e per questo sacrificato a Marte. […] Dumézil ricorda come nell'India vedica potesse essere previsto, come «potenziamento» del sacrificio del cavallo, un « sacrificio dell'uomo » o purushamedha, anch'esso « destinato ad accrescere il potere di un re ».”

“Sacrificio dell’uomo” che, a quanto pare, fu Cesare a compiere nel 46 a.C. per tramite dei pontifices e con l’intervento necessario del Flamen Martialis. Dùmezil parla di “purushamedha”: si può infatti ravvisare nell’Equus October “il sacrificio della Persona Originale Universale” (Purusha, secondo la tradizione vedica), nonché il sacrificio della Vittoria stessa nel segno della Iustitia Iouis, “per l’estrema purgazione e favore” (Kal.Victrix, cit.).

Raggiunto il culmine dell’auto-sacrificio dell’Eroe, le sue Armi (Ancilia) vengono dai Salii portate in processione al suono delle trombe il 19 (XIV Kalendas - ARMILVSTRIVM): lustrate, sono deposte nel Tempio sull’Aventino. La festa, speculare al QUINQVATRVS di Marzo (19), chiude con una seconda lustrazione il ciclo bellico, ossia il ciclo dell’Azione nel mondo esterno. La chiusura delle Porte del Tempio di Giano, in Ottobre, è il suggello definitivo del ciclo.

I restanti dodici giorni non contemplano festività solenni o di particolare rilievo: Marte lentamente scivola nel Silenzio di tomba della diffidente e selvaggia sorella Feronia, cui è sacro Nouember. Il mondo cala nell’immanifesto.

"La Pietra è un Campo che il Sapiente coltiva, nel quale la Natura e l'Arte hanno messa la semente, che deve produrre il suo frutto." (Trionfo Ermetico, 285, 287, apud J.Evola, "La Tradizione Ermetica", Mediterranee, pag. 97)

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